Imposta doganale: cos’è e a cosa serve

Viviamo in un mondo in cui i confini tra gli stati stanno scomparendo ed i commerci internazionali sono via via sempre più facilitati. Esiste però l’imposta doganale che in alcuni casi rallenta gli scambi, ma allo stesso tempo tutela determinate fette di mercato ed aumenta le entrate degli stati che la applicano.

Ad esempio il Presidente Trump, per tutelare la produzione interna ha deciso di alzare le imposte sull’importazione di determinati prodotti (soprattutto dalla Cina) e anche quelle sui beni esportati dagli Stati Uniti.

Ma quindi cos’è un’imposta doganale? Come e quando si applica? Scoprilo insieme allo Staff di Unicusano Cosenza.

Imposta doganale: un po’ di storia

L’imposta o dazio doganale ha sempre rappresentato una delle principali entrate degli stati. Il primo esempio di dogana e quindi di tasse sui prodotti transitanti risale a 2500 anni fa. Nel porto del Pireo, all’entrata dell’Antica Atene, si applicava un’imposta pari al 2% del valore totale delle merci. Da allora tutti gli stati – più o meno grandi – hanno potuto contare sulle entrate derivanti dai dazi. Nel medioevo, nella penisola italiana come altrove, il frazionamento politico ed il necessario commercio dei beni tra un comune o un feudo e l’altro resero sempre più gravoso il peso dei dazi sui commerci. È proprio per questo motivo che nacquero le fiere cittadine, che in molti casi sono arrivate fino a noi!

Dall’epoca moderna a oggi

Il mercantilismo portò nuovi trattati commerciali e i porti franchi fecero la loro comparsa in alcuni punti strategici delle tratte, liberalizzando i mercati con il progressivo abbandono dei dazi interni e la nascita delle dogane di confine. Tra il XVII ed il XIX secolo nacquero i primi trattati bilaterali per pattuire esenzioni o riduzioni dei dazi in cambio di altre concessioni. Ma è dopo il secondo conflitto mondiale, in un clima di ricostruzione dei rapporti e di rinascita, che soprattutto nel continente europeo sorge la necessità di dare vita ad un grande mercato che fosse libero. Così nel 1951 nasce la CECA – Comunità economica del carbone e dell’acciaio – ed una delle principali innovazioni è l’abolizione delle imposte doganali tra gli stati membri ad esclusione dell’IVA nazionale. Da qui, nascerà la CEE e l’Unione Europea come la conosciamo oggi.

Imposta doganale: cos’è

Veniamo a noi e cerchiamo di capire insieme cos’è. Quando parliamo di imposta doganale parliamo di un tributo indiretto da pagare alla dogana al momento in cui un prodotto attraversa le frontiere di uno stato. Il valore varia da nazione a nazione.

A cosa serve

Per rendere il tutto ancora più semplice:

  • l’imposta doganale sui prodotti esportati si applica per tutelare una produzione propria di un territorio o per cercare di trarre vantaggio per l’economia del paese da un prodotto di cui è ricco. È il caso dei paesi economicamente poco sviluppati ma ricchi di risorse naturali, come potrebbero essere quelli dell’Africa. In questi casi, applicano un dazio per trarre vantaggio dal fatto che sono ricchi di alcune materie prime di cui altri stati – magari più ricchi – non possono fare a meno per la produzione di determinati prodotti.
  • quella su i prodotti di importazione tendenzialmente si applica per privilegiare le industrie e le produzioni nazionali, scoraggiando l’importazione di prodotti esteri. Una misura per disincentivare l’acquisto di merci che – magari a causa di una bassa manodopera – possono avere prezzi più vantaggiosi per chi acquista, ma sicuramente non aiutano l’economia del paese.

Come ti sarà facile capire, l’applicazione dei dazi – sia su prodotti in entrata che in uscita – rientra in una politica di protezionismo.

Come viene applicata

L’applicazione di un dazio può essere di due tipologie:

  1. ad valorem, ovvero quando è applicata come percentuale al valore della fattura della merce in transito;
  2. specifica, quando varia in base al numero di pezzi, al peso o al materiale della merce.

Tra gli Stati dell’Unione Europea non c’è dogana e le merci sono libere di circolare senza che vengano applicate tasse, così come le persone possono viaggiare da stato a stato senza fermarsi alla dogana. Quest’ultimo aspetto è vero anche per i rifugiati politici, anche se non tutti i cittadini sono d’accordo. Ovviamente però, ai confini comunitari esistono le dogane e vengono applicati i dazi non solo ai fini impositivi, ma anche per difendere l’industria ed i consumatori interni.

Il caso Donald Trump

Ma fuori dai confini europei e oltreoceano la situazione è differente. Perché il Presidente Trump ha deciso di reintrodurre i dazi sulle importazioni e sulle esportazioni dal suo paese? Facendo un passo indietro, possiamo dire che sicuramente, l’economia degli Stati Uniti è segnata dalla grande crisi che ancora non è del tutto terminata. Dunque, al grido di Make America Great Again, il Tycoon ha deciso di tutelare la produzione interna. L’obiettivo primario è quello di proteggere l’industria siderurgica americana, fortemente colpita dal dumping cinese in questi ultimi anni.

Il dumping è la vendita di un prodotto ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello di produzione o vendita nel mercato di origine, con l’obiettivo di conquistare nuovi mercati.

Ma gli Stati Uniti sono anche grandi esportatori: oltre a marchi di abbigliamento, auto, elettronica e cereali, ricchissimi di materie prime di cui anche l’industria europea non può fare a meno. Cosa accadrà ai prezzi di queste merci?

Abbiamo iniziato a spiegarti cos’è un’imposta doganale parlando di un mondo sempre più aperto, ma da qui a qualche anno, sarà veramente così?


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