Cos’è il microcredito: quello che c’è da sapere
Siete interessati a sapere cos’è il microcredito? In questo articolo lo staff dell’Università online Niccolò Cusano di Cosenza ha intenzione di fornire tutti i riferimenti su questa forma di finanziamento.
Iniziamo subito dando la definizione di microcredito: si tratta di uno strumento finanziario rivolto a chi non riesce ad accedere al credito tradizionale a causa di mancanza di garanzie reali oppure per insufficiente storico creditizio. Dunque., in altre parole, si tratta di un prestito a cui possono accedere persone o imprese che non riescono ad accedere al sistema bancario tradizionale.
Storia del microcredito: ecco le origini
Il microcredito come lo intendiamo oggi nasce alla fine degli anni ’70 grazie a Muhammad Yunus. La sua banca Grameen Bank concesse, infatti, piccoli prestiti a donne e famiglie che non avevano accesso al mercato del credito. In questo modo sono state proprio queste persone tra le meno abbienti del Bangladesh a riuscire a far sviluppare intere aree rurali, implementando attività economiche piccole e medie.
L’opera di Muhammad Yunus gli portò l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace nel 2006.
Proprio da questa prima spinta “benefica” posta da Yunus, nascono quelli che attualmente vengono riconosciuti come “postulati” del microcredito e che, effettivamente, lo differenziano dai prestiti bancari normali:
- i bassi tassi di interesse;
- l’assistenza tecnica e il monitoraggio delle attività finanziate con il prestito;
- il bilanciamento tra gli interessi dei finanziatori e il bisogno di denaro di chi richiede il prestito.
Una curiosità relativa a questo tipo di prestito è riferita a chi ne trae beneficio: alcuni studi hanno dimostrato che i prestiti di microcredito sono erogati per il 75% a donne. Probabilmente questa tendenza prende il via da quelli che – inizialmente – sono stati i clienti della banca di Yunus, cioè una percentuale del 98% di donne (le quali, inoltre, dimostrano di avere una percentuale di insolvenza più bassa).
Il Microcredito in Italia
Nel nostro paese le attività di microcredito sono state regolamentate a partire dal 2006 quando è stato creato il Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito. Lo stesso comitato, nel 2011, è stato rinominato come Ente nazionale per il microcredito (ENM).
Ed è proprio nello statuto dell’ENM che si legge che la sua mission “è orientata al sostegno di iniziative volte a favorire lo sviluppo della microimprenditoria e del lavoro autonomo, nonché la lotta alla povertà e l’inclusione finanziaria di quelle categorie sociali definite “non bancabili” a causa della mancanza o carenza di garanzie da offrire al sistema bancario tradizionale”.
È poi il Testo Unico Bancario a regolamentare ulteriormente questa tipologia di prestiti spiegando che possono accedervi persone fisiche, associazioni e società (di persone, srls o cooperative) che vogliono avviare un’attività di lavoro autonomo o una microimpresa o persone fisiche in condizione di vulnerabilità economica e sociale.
Caratteristiche che devono avere i prestiti da microcredito
Lo stesso articolo delinea le caratteristiche dei prestiti:
- l’importo massimo finanziato può essere di 10.000 euro per il sostegno delle persone in condizioni di povertà ed esclusione sociale e di 25.000 euro per l’avvio di un’attività economica. Questo secondo importo può salire fino a 35.000 euro se il prestito è stato frazionato, se l’azienda ha rimborsato regolarmente il finanziamento negli ultimi sei mesi e se ha raggiunto gli obiettivi intermedi del piano di sviluppo elaborato con il finanziatore;
- la durata del prestito è al massimo di 7 anni;
- chi eroga il prestito deve fornire un’assistenza tecnica e svolgere un’attività di monitoraggio per accertarsi che il finanziamento venga utilizzato per la realizzazione delle attività per le quali era stato richiesto.
Esistono altresì delle tutele per le banche e gli enti che erogano del microcredito; nello specifico si tratta del Fondo di garanzia per il microcredito, istituito nel 2014 per mezzo di un Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che monitora costantemente i prestiti erogati.
E c’è di più: una banca che decide di erogare ad una attività un prestito del genere diventa a tutti gli effetti parte attiva nel progetto. Quindi non si tratta solo di un rapporto tra erogatore e beneficiario ma di un progetto che va aldilà dei meri interessi finanziario-economici, quello che si vuole ottenere è il successo dell’impresa.
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