Sociologi famosi: i personaggi che hanno fatto la storia della disciplina
Siete dei neo iscritti alla facoltà di psicologia della Unicusano di Cosenza e avete voglia di saperne di più sui sociologi famosi dell’ultimo secolo? Ecco una carrellata dei pensatori più famosi il cui pensiero è basilare nello studio della psicologia e della sociologia.
In questo articolo, però, non vogliamo andare ai primordi della sociologia concentrandoci invece sui quelli che sono i sociologi contemporanei e moderni (alcuni ancora in vita) che sono riusciti ad influenzarne il corso.
Iniziamo col dare una definizione di sociologia: si tratta della scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando i loro effetti e le loro cause, in rapporto con l’individuo e il gruppo sociale.
Va detto, inoltre, che la sociologia è comunque una scienza piuttosto moderna rispetto ad altre discipline del pensiero. Si usa far risalire la sua origine al XVIII secolo grazie al termine coniato da Auguste Comte.
I sociologi contemporanei: ecco i nomi da conoscere
Iniziamo dunque a vedere nel dettaglio i sociologi il cui contributo ha influenzato notevolmente la disciplina:
George Simmel
Il sociologo George Simmel, morto nel 19198 è considerato il primo dei sociologi moderni in quanto definisce la società come il risultato delle relazioni reciproche degli individui inserite in una correlazione di situazioni.
Nei suoi scritti, Simmel si trova a dividere tra contenuto e forma della società: il contenuto è ciò che in tutti gli individui come impulsi, sogni, interessi mentre la forma è rappresentata dai diversi modi attraverso cui gli individui stabiliscono le loro intenzioni. Ecco perché, per strutturarsi, la società ha bisogno di impostare le sue forme che acquistano peculiarità grazie al contenuto.
Zygmunt Bauman
Venuto a mancare all’età di 91 anni – lo scorso anno -. Bauman è considerato il teorizzatore principale della cosiddetta “Modernità Liquida”, con il termine società liquida Bauman definisce quella attuale che – in seguito alla crisi dello Stato – ha visto nascere una generazione di “individualisti”: uomini e donne solitari e egocentrici che – a causa di questo – sono estremamente fragili e frustrati. Per cercare un falso appiglio, dunque, gli individui “liquidi” si sono affidati al consumismo, continuando ad acquistare per cercare di dar senso alla propria vita e riuscire a far parte della società da cui si sentoino esclusi.
Quella di Bauman è una forte critica alla società odierna; critica che passa anche dalla demonizzazione dei social network e di internet in generale: strumento che ha portato ad una definitiva imposizione della globalizzazione e, conseguentemente, del populismo.
La vita di Bauman (e dunque anche il suo pensiero) è stata influenzata dai grandi cambiamenti del ‘900: dalle guerre mondiali all’olocausto degli ebrei. “E’ stato il mondo razionale della civiltà moderna che ha reso l’Olocausto pensabile”, scrisse il sociologo polacco in uno dei suoi saggi.
Noam Chomsky
Conosciuto principalmente per i suoi studi linguistici, Chomsky è uno dei maggiori sociologi e pensatori del nostro tempo. Chomsky parte proprio dalla lingua per spiegare un concetto prepotentemente insito nella società moderna: l’incomprensione e l’esclusione.
In poche parole, semplificando il concetto, Chomsky distingue nel linguaggio verbale due distinti livelli: uno più astratto, che costituisce l’oggetto della grammatica generativa propriamente detta, e uno più concreto, costituito dall’effettiva produzione linguistica del parlante reale. La dimostrazione che la struttura profonda è in certi casi completamente diversa dalla struttura superficiale e che frasi che hanno strutture superficiali identiche differiscono nelle strutture profonde fornisce la motivazione principale e la giustificazione empirica della teoria della grammatica generativa trasformazionale.
Nei suoi studi sulla modernità, Chomsky ha definito l’informazione come una “fabbrica del consenso”: cioè proiettata esclusivamente verso la manipolazione dell’opinione pubblica e verso la propria propaganda.
Francesco Alberoni
Nato nel 1929, è un importante sociologo italiano. Il suo pensiero spesso mette in relazione società, politica e amore. Afferma, infatti, che l’amore è il motore delle rivoluzioni: proprio come un uomo e una donna che sia amano fondano una società nuova, così, nella seconda internazionale, i comunisti hanno cercato di unirsi per creare l’uomo nuovo. Si tratta dello stesso processo: un meccanismo irrazionale e “capriccioso” (come era il dio Eros dei Greci) che rappresenta una vera e propria irrinunciabile scheggia impazzita.
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